Il simbolo l'aquila
Per il logo fu scelta l'aquila, simbolo del Corpo Aeronautico nella Prima Guerra Mondiale, in onore al comune amico e mancato quarto socio Giovanni Ravelli, pilota motociclistico e aviatore, caduto con il suo aereo durante un volo di collaudo nel 1919.
Perché a Mandello del Lario
In verità, la prima intenzione dei fondatori era quella di insediare la fabbrica a Genova che, grazie alla presenza dell'Ansaldo, in pochi decenni era divenuta una delle capitali tecnologiche italiane della meccanica e della motoristica, offrendo la possibilità di reperire maestranze esperte con relativa facilità.
Tuttavia, nel 1919 la città era segnata dalla forte agitazione sociale del Biennio rosso, con occupazioni di fabbriche e diffuse violenze quotidiane, tale da rendere impensabile organizzare qualsiasi produzione. In attesa di tempi migliori, fu quindi deciso di avviare provvisoriamente l'attività nella tranquilla provincia di Lecco, precisamente con sede fisica nel garage di casa Guzzi, allo scopo di portare a termine la realizzazione del prototipo.
Tuttavia, nel 1919 la città era segnata dalla forte agitazione sociale del Biennio rosso, con occupazioni di fabbriche e diffuse violenze quotidiane, tale da rendere impensabile organizzare qualsiasi produzione. In attesa di tempi migliori, fu quindi deciso di avviare provvisoriamente l'attività nella tranquilla provincia di Lecco, precisamente con sede fisica nel garage di casa Guzzi, allo scopo di portare a termine la realizzazione del prototipo.

Nel 1929 la produzione risulta aumentata ancor di più: si arriva a 2.500 unità e l'azienda, nel 1934, risulta il maggiore produttore di motociclette in Italia.
Le moto militari
Il 1939, appena prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, Moto Guzzi presenta l'Airone 250, una moto di notevole successo tanto da raggiungere i 29.926 esemplari costruiti. Con la guerra la produzione è quasi totalmente rivolta al mercato militare fornendo diversi modelli al Regio Esercito, come l'Alce, il Trialce e l'Airone militare.
In quegli anni, la struttura progettuale è suddivisa in tre squadre autonome: la prima è capeggiata personalmente da Carlo Guzzi; la seconda viene affidata a Micucci ed ha come compito la progettazione e lo sviluppo dei modelli con propulsore a due tempi; la terza, il celebre "reparto corse", è invece affidata al vulcanico "trio" Carcano-Todero-Cantoni.
Risale invece al 1950 la nascita del modello Falcone, moto grande sulla canonica cilindrata di 500 cm³, che rappresenterà per un lunghissimo periodo il sogno dei motociclisti italiani (ricordiamo che la cilindrata e le dimensioni importanti rappresentavano, ai tempi, il massimo della tecnica motociclistica).Alla ripresa delle competizioni, nel 1949, Bruno Ruffo su Moto Guzzi 250 è il primo Campione del Mondo del neonato "Campionato Mondiale di Motociclismo".

Stop alle gare agonistiche
Il 1957 è un anno molto importante per le attività agonistiche, la Moto Guzzi, in accordo con altri costruttori italiani (Gilera e Mondial), sigla il celebre "Patto di astensione", cessando la partecipazione alle competizioni. A quel momento conta nel proprio palmarès 3.329 vittorie in gare ufficiali, 14 Titoli Mondiali, 11 vittorie al Tourist Trophy.
La crisi economica non accenna a rallentare e, il 1º febbraio 1967, la gestione della Moto Guzzi passa ad una società costituita da banche creditrici.Nel 1971 viene presentata la V7 Sport, progettata da Lino Tonti, una moto sportiva destinata ad entrare nella storia per le caratteristiche dinamiche dell'accoppiata motore-telaio e per essere l'unica moto di serie, nel panorama mondiale dell'epoca, a superare i 200 km/h. Per il mercato americano vengono addirittura approntate le versioni Special, California, Ambassador.Nel 1973 si assiste a un nuovo cambio di gestione societaria: il gruppo De Tomaso Industries Inc., proprietario anche della Benelli, acquisisce la proprietà della società.Si arriva nel 1997, quando un mecenate lecchese propone la riedizione di alcuni modelli di 8 cilindri: la sfida viene accolta da una piccola ditta di Mandello del Lario (Venini Tullio), la quale realizza alcuni modelli identici agli originali: uno di questi modelli viene esposto durante il 75º anniversario dalla fondazione all'ingresso dello stabilimento; l'originale resterà all'interno del museo.
Nella tribolata vita societaria una nuova puntata avviene nel 2000: Ivano Beggio, proprietario dell'Aprilia, acquista, oltre alla Moto Laverda, anche la Moto Guzzi e lancia un programma di risanamento industriale.Il cambio societario non è positivo e, nel 2004, la crisi economica dell'Aprilia coinvolge anche la Moto Guzzi: nel dicembre dello stesso anno, l'intero Gruppo Aprilia viene acquisito da Piaggio. Comincia da qui un lento processo di rilancio aziendale, i cui primi risultati si sono visti nell'anno 2005 con il lancio ufficiale e la messa in produzione della Breva V1100 e della Griso.

Il 2005 è segnato dalla morte del novantaquattrenne ingegner Giulio Cesare Carcano.Nel mese di luglio 2006 viene organizzata una riedizione del raid a Capo Nord compiuto da Giuseppe Guzzi nel 1928: in quest'occasione partono per Capo Nord quattordici Norge 1200 per un tragitto in sei tappe che termina il 29 luglio; l'impresa mira a rilanciare in grande stile il nuovo modello nel settore del gran turismo, mantenendo vivo il legame con la storia del marchio dell'Aquila.L'onda del rinnovamento perseguita dalla nuova proprietà comincia ad essere visibile anche all'interno della storica fabbrica di Mandello del Lario: nel mese di settembre viene inaugurata la nuova e modernissima linea di assemblaggio motori, alla quale se ne aggiungerà una seconda nel 2007.Moto Guzzi continua quindi a riaffermare il suo legame con il territorio lariano ed italiano, evitando le ormai generalizzate delocalizzazioni produttive e mantenendo il proprio storico marchio ancorato alle sue radici territoriali.
La nuova gestione e la rinnovata vitalità progettuale e commerciale cominciano, negli anni successivi, a produrre risultati incoraggianti: l'azienda vive una crescita costante, passando dalle 4.000 moto scarse del 2004 alle 7.000 del 2005, per giungere alle oltre 10.000 del 2006; un altro interessante dato di mercato è rappresentato dalla quota di moto vendute all'estero, che torna a superare il 60%, a dimostrazione dell'affetto che questo Marchio continua a riscuotere in tutto il mondo.Conoscia: "Itinerari Guzzi"